Benvenuti alla Fattoria Fèlsina!
Lasciata la strada principale, un lungo viale alberato apre lo sguardo verso “Fattoria Fèlsina” di proprietà della famiglia Poggiali dal 1966. Cipressi paralleli ed equidistanti l’uno dall’altro incorniciano una strada di campagna bianca, lasciando intravedere gli alberi di Olivo e i Vigneti della Fattoria. Alla fine del viale, al centro della piazza, ci aspetta Giuseppe Mazzocolin. Uomo di formazione classica è stato, infatti, insegnante di Filosofia fino alla seconda metà degli anni settanta. In questi anni entra a far parte dell’azienda della famiglia della moglie Gloria Poggiali, con l’incarico di valoriz- zare e sviluppare commercialmente Fèlsina. Veneziano di nascita, diventa interprete fedele della realtà agricola Toscana, che cerca di valorizzare mantenendone intatti gli aspetti più tradizionali. La sua cultura e il suo carisma gli hanno permesso di avere una visione pionieristica della vita agricola, del rispetto per il lavoro e della relazione tra uomo e natura.
I Vini di Fèlsina
L’amicizia con Franco Veronelli e la collaborazione con l’enologo Franco Bernabei danno vita, a partire dall’annata “1983” , a una realtà fatta di vini coerenti con il territorio come “Fontalloro” e “Rancia”. Entrambi figli di un vitigno il “Sangiovese”, in grado di restituire caratteristiche organolettiche estremamente coerenti con l’areale di produzione. Lo studio dei terreni, la loro conformazione geologica, unite alla passione e alla maestria dell’uomo, donano un’anima unica a questi due vini, che ancora oggi sono i capisaldi di Fèlsina. Testimoni sono le bottiglie degustate durante il pranzo: -“Fontalloro” Igt annata 2012. I vigneti, dai quali provengono le uve per la produzione del “Fontalloro”, si trovano all’interno del “Chianti Classico” e nella denominazione “Chianti Colli Senesi” ad altezze comprese tra i 330 e i 407 metri slm, esposti principalmente a sud/ovest, sono caratterizzati da terreni diversi: rocciosi, calcarei e argillosi, quelli del “Chianti Classico”; ricchi di sabbie, limo, piccoli ciottoli e sedimenti marini, quelli sul confine delle crete Senesi. Sangiovese in purezza: rosso rubino tendente al granato. Luminoso. Al naso note accentuate di tabacco e terra bagnata. Note di eucalipto e legno. Sentori di ribes, mirtilli, scorza di arancia rossa. Il palato riflette un ottimo bilanciamento tra freschezza e una raffinata sapidità. Tannini consistenti, robusti ma estremamente eleganti. Persistenza piacevole e lunga.
-“Rancia” Chianti Classico riserva Docg. Annata 2015. Il vigneto “Rancia” prende il nome dall’antico podere che sorge in corrispondenza di un preesistente monastero Benedettino nel comune di Castelnuovo Berardenga a un’altitudine compresa tra i 350 e i 400 metri slm. Terreni di origine calcarea, caratterizzati principalmente da alberese e galestro. Sangiovese in purezza: il colore è un rosso rubino estremamente luminoso. Al naso speziato con note floreali di ibisco e lavanda. Lievi note di tostatura, chicco di caffè, sbuffi di corteccia e resina. Al palato la sapidità emerge e si manifesta prorompente. Ottima la linea acida. Trama tannica elegante e consistente. Non invadente. Sul finale di bocca note speziate restituiscono al palato sensazioni già percepite al naso. Dritto , serrato, lunghissimo.
Progetto “Olio secondo Veronelli”
Fèlsina non è solo vino. È proprio Giuseppe Mazzocolin a confermarlo dall’interno del frantoio presente nella tenuta. Dalle sue parole emerge chiara la passione con cui in questa azienda si muove verso la produzione di un olio anch’esso strettamente legato alle caratteristiche geologiche del territorio toscano. È da qui che Fèlsina intraprende il progetto: “Olio secondo Veronelli”, che vuole nel suo intento far corri- spondere l’olio alla sua terra, “l’olio all’oliveto da cui ha origine”. (Veronelli). Seguendo la stessa filosofia del terroir, che caratterizza la produzione del vino.
Quattro varietà: Pendolino, Leccino, Moraiolo e Correggiolo. Tre zone produttive con terreni geologicamente differenti: Fèlsina, Pagliare e Boschi. Le varietà vengono raccolte a mano nel momento migliore per ogni cultivar e se ne estrae solo la polpa. Il risultato è un olio unico e identificabile che rispetta e rispecchia le caratteristiche di ciascuna delle quattro cultivar. In degustazione durante il pranzo tutti e quattro gli oli prodotti dalle monocultivar: Moraiolo, Pendolino, Leccino e Correggiolo. In aggiunta un quinto olio plurivarietale che nasce dall’assemblaggio di tutte le cultivar presenti a Fèlsina: Color verde brillante, grande l’intensità nelle note amare, spiccata la piccantezza. Note vegetali riconoscibili e note di spezie pungenti accompagnano e ripropongono le caratteristiche principali delle quattro varietà.
Azienda Biologica Fontodi
Seguendo il Gallo nero per le vie del Chianti si arriva a Panzano in Chianti. Alla fine di un breve viale in salita, lasciata la chiantigiana, si trova l’azienda biologica “Fontodi” di proprietà della famiglia Manetti dal 1968. Da subito si capi- sce l’anima di questa azienda. Non ci sono portoni sfarzosi o significative opere d’arte ad accoglierci, ma un semplice car- tello in legno con il nome dell’azienda inciso. Pochi fronzoli, tanta sostanza. Alla fine della breve salita l’azienda si manifesta in tutta la sua semplice bellezza. Voltandosi, lo sguardo si proietta verso la “Conca d’oro” e si capisce il significato di questo nome. I vigneti si estendono a perdita d’occhio. Il paesaggio mozza il fiato. Tra quei vigneti nasce il “Flaccianello della Pieve” grazie ad un ecosistema unico. Elementi strategici sono l’altitudine elevata, che varia dai 350 ai 500 metri slm, l’esposizione, un microclima tendenzialmente caldo/asciutto e una pronunciata escursione termica. Elementi che, congiuntamente alla composizione geologica del suolo, permettono al Sangiovese di esprimersi in modo territoriale. L’ Azienda Biologica certificata Fontodi si estende per duecentoventi ettari dei quali più di cento coltivati a vigneto. L’agricoltura che viene praticata si ispira ai principi di naturalità e sostenibilità: non si utilizzano prodotti chimici di sintesi, ma si cerca di valorizzare al meglio le risorse interne
all’azienda riducendo gli input esterni. Dalle parole di Giovanni Manetti, attuale presidente del consorzio del “Chianti Classico”, si intuisce con quale passione e dedizione questa azienda produca prodotti che siano quanto più possibile figli del territorio Panzanese. Studi mirati sul territorio, sul clima e la collaborazione continua con l’enologo Franco Bernabei, portano Fontodi a una coltivazione sempre più attenta dei suoi vigneti, per una conoscenza più approfondita delle potenzialità del Sangiovese. I vigneti sono completamente inerbiti, con lo scopo di mantenere un migliore drenaggio del terreno, limitare la vigoria della pianta. Evitare la rifrazione dell’acqua e la conseguente insorgenza di malattie infettive come la Peronospera. Per la concimazione si utilizza un “compost” realizzato con il letame ricavato dall’allevamento bovino di proprietà, arricchito con fecce, vinacce e scarti della potatura. Le pratiche di cantina sono seguite dal 1979 da Franco Bernabei, impegnato in tutto il territorio Chiantigiano. Le uve, selezionate manualmente, vengono introdotte in cantina e lavorate per gravità, grazie alla costruzione della cantina per livelli discendenti. Tutto per mantenere il più possibile l’integrità del frutto. Contenitori in acciaio ospitano la prima fermentazione. Le vinacce una volta separate vengono utilizzate per il compost. Scendendo di livello troviamo le barriques, le botti grandi e le anfore di terracotta. La famiglia Manetti, da otto generazioni, lavora la terracotta nelle proprie fornaci di Greve in Chianti. Gli Orci sono prodotti interamente a mano, resi speciali dall’argilla proveniente dai territori del Chianti che li rende più resistenti al freddo e gli dona una colorazione particolare. La loro elevata capacità termica e l’azione antiossidante li rendono degli strumenti perfetti per la produzione di grandi vini. È solo al naso e al palato però che tutto questo assume un senso.
I Vini di Fontodi
La degustazione che Giovanni Manetti e la famiglia Fontodi ci propone, lascia spazio all’immaginazione.
Flaccianello della Pieve Igt annata 2001;
Nasce in una delle zone del Chianti più vocata in assoluto. Le uve provengono da una rigorosa selezione delle migliori parcelle di vigneti all’interno della “Conca d’Oro”.
Sangiovese in purezza: il colore è un rosso granato che vira verso l’aranciato. Trasparente. Al naso estremamente complesso, note di sottobosco, macchia mediterranea, re- sina, arancia rossa e spezie. Il sorso mostra una elevata aci- dità perfettamente in armonia con l’apporto sapido. Trama tannica espressa in maniera esemplare. Olfatto e gusto sono in armonia. Persistenza piacevole e duratura.
Flaccianello della Pieve Igt annata 1993;
Sangiovese in purezza: rosso granato tendente all’aranciato. Il naso esplode in sentori minerali di grafite e tonalità fer- rose. Leggera la nota scura di tabacco, terra bagnata, spezia- tura. Arancia rossa sul finale. Il rapporto tra acidità e sapidità sorprende. Avvolge. Il percorso dei tannini è perfettamente svolto. Integrati, avvolgenti. La sensazione di piacevolezza, si presenta prorompente nella persistenza, che è infinita.
Altrettanto importanti e degni di nota gli altri vini presenti in degustazione:
Flaccianello della Pieve Igt annata 2018;
Flaccianello della pieve Igt annata 2015;
Flaccianello della Pieve Igt annata 2006;
Fontodi Chianti Classico Riserva Docg annata 1990;
Fontodi Chianti Classico Riserva annata 1981.
Fèlsina e Fontodi: Passione condivisa per il Sangiovese e il territorio Chiantigiano
Due realtà, quelle di Fèlsina e Fontodi, aree geografiche diverse. Stesso vitigno principe, il Sangiovese. Stesso amore e dedizione al territorio Chiantigiano. Stessa passione, stessi obbiettivi e stesso rispetto per qualcosa che attraverso il loro lavoro e le loro idee vive nei nostri calici. Stessa passione per le vie del “Gallo Nero”.
Alessio Adducchio sommelier FIS