Marta Valpiani nasce sui rilievi luminosi di Castrocaro Terme, dove i calanchi si alternano ad affioramenti di arenarie, molasse dorate e calcare, creando un mosaico geologico unico in Romagna. Qui la vite cresce immersa in un ambiente di straordinaria energia naturale, dove il vento asciuga, il sole domina e il suolo custodisce una memoria antichissima che si riflette nella personalità dei vini.
Guidata da una profonda sensibilità per la viticoltura naturale, la famiglia porta avanti un lavoro fondato sul rispetto assoluto del territorio e sull’equilibrio tra suolo, pianta e uomo. Le vigne, condotte con metodi biodinamici, sono curate con attenzione quotidiana, privilegiando biodiversità, lavorazioni leggere e interventi minimi ma mirati.
La cantina interpreta Albana, Sangiovese e Trebbiano Romagnolo con uno stile puro e identitario: fermentazioni spontanee, uso sapiente del cemento, nessun artificio enologico, soltanto il desiderio di far emergere l’anima del luogo. Ogni bottiglia esprime una lettura precisa del vigneto, un equilibrio tra verticalità, sapidità e finezza aromatica con un’impronta che rimanda chiaramente al carattere roccioso e minerale delle colline di Castrocaro.
La filosofia della cantina è permeata da autenticità e profondità: non ricerca scorciatoie, non addomestica i vitigni ma li accompagna in un percorso di espressione completa. È una realtà che ha conquistato l’attenzione di appassionati e professionisti grazie alla qualità artigianale, alla coerenza del progetto e alla capacità di trasformare un territorio complesso in vini autentici e luminosi.
Vinificazione
La vinificazione di Zorba è fortemente legata alla filosofia naturale della cantina: le uve vengono diraspate, poi pressate dolcemente e il mosto decanta per una notte, lasciando sedimenti propri senza chiarifiche artificiali. La fermentazione alcolica avviene in piccoli tini di cemento, in modo spontaneo, senza controllo di temperatura.
Dopo la fermentazione, il vino resta in cemento sulle fecce fini fino al lunedì di Pasqua, momento in cui si effettua il tiraggio usando una parte di mosto che era stata congelata al momento della vendemmia. La rifermentazione avviene in bottiglia, sui lieviti, e il vino non viene sboccato: la feccia che rimane sul fondo della bottiglia è parte integrante dell’esperienza di bevuta.
Degustazione
Colore: giallo paglierino, luminoso, con una certa vivacità visiva per la rifermentazione.
Profumo: note delicate, fresche con sentori fruttati e agrumati in equilibrio con la leggerezza del Trebbiano e la presenza dei lieviti.
Gusto: secco, dissetante, con una bella acidità, bollicina morbida, mineralità leggera e una tensione vissuta. Il fondo di lieviti può rendere l’ultimo sorso più ricco e vivo.
